Bomba Pecorella. «Un anno dopo? C´è il rischio di una nuova crisi rifiuti, e una situazione di disastro ambientale. Gli illeciti persistono anche nelle istituzioni. E non sono stati ancora avviati i lavori di un altro termovalorizzatore».Le parole più dure pronunciate sul dopo Bertolaso vengono non da un comitato anti-discarica, o dalla proverbiale severità dei commissari europei, ma da una delle voci più agguerrite della pattuglia di avvocati-parlamentari del Pdl, Gaetano Pecorella, oggi presidente della commissione d´inchiesta sulle ecomafie. Intanto, alla Provincia di Napoli, è polemica tra maggioranza e opposizione sempre sul versante rifiuti. Da un lato, la giunta Cesaro accredita definitivamente l´inserimento della doppia discarica di Terzigno nel Parco del Vesuvio, dall´altro si finanzia nel bilancio di previsione, con 24 mila euro, la partecipazione al concorso di Ostiafilmfest per la selezione del Vesuvio «tra le 7 meraviglie del mondo». Si chiede il Pd, con il capogruppo Giuseppe Capasso: «Un altro banale spreco, una presa in giro oppure un atto di pura schizofrenia? Qualche giorno fa, il presidente Cesaro ha emanato un decreto con il quale oltre ad aumentare la Tarsu, ai cittadini di Napoli e provincia, dell´11.42 per cento approva surrettiziamente l´apertura della seconda discarica del Vesuvio, prendendo atto dello studio elaborato dalla società provinciale Sap. Per Cesaro il Vesuvio è una risorsa da valorizzare o la pattumiera campana?»Poche ore dopo, ecco il j´accuse di Pecorella, alla seconda giornata di lavori della commissione, dopo la visita alle discariche e ai depuratori del casertano. Pecorella non si sottrae a un commento preoccupato. «Ci troviamo in una situazione da disastro ambientale. Vi è un problema economico del Consorzio unico di Napoli e Caserta, c´è gente in esubero che ha bisogno però di lavorare, poi ci sono i debiti dei comuni sui quali c´è un´attenzione della magistratura», allinea i nodi Pecorella. E aggiunge: «Abbiamo anche un problema di esaurimento di un´unica discarica in funzione e soprattutto non sono stati avviati i lavori per il termovalorizzatore». Insomma, la conclusione di Pecorella è drastica, e non piacerà al Cavaliere e a Bertolaso, che sulla soluzione dell´emergenza acuta in Campania hanno radicato l´immagine del governo del fare. «Dalla visita in Campania di un anno fa è cambiato poco e non è da escludere che possiamo trovarci di fronte a un´altra seria crisi», dice l´avvocato-deputato. Quanto alle ecomafie, Pecorella segnala che «continua a sussistere nel casertano e anche nel napoletano un sistema di illegalità non solo all´esterno ma anche all´interno delle istituzioni». Dichiarazioni che disturbano anche il coordinatore regionale del Pdl, Cosentino, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa e accusato, tra l´altro, proprio di essere sceso a patti con il clan dei Casalesi sul terreno dei rifiuti, della gestione clientelare di un consorzio, persino della “competenza” territoriale rivendicata da una fazione della cosca nella futura gestione del termovalorizzatore di Santa Maria La Fossa (rimasto nero su bianco nei programmi, sebbene di fatto abbandonato). «Finalmente la maggioranza ammette che i problemi sono immensi e attuali, a cominciare dalla persistente illegalità dentro e fuori le istituzioni», dice la deputata casertana del Pd Pina Picierno. «L´avevamo detto da tempo, l´emergenza rifiuti in Campania non è mai finita», taglia corto Alessandro Bratti, capogruppo Pd della commissione. La bomba Pecorella (l´avvocato aveva polemizzato, in estate, con Roberto Saviano: addirittura smontando il movente mafioso dell´uccisione del sacerdote don Peppe Diana), stavolta esplode in casa.
di Conchita Sannino
14 maggio 2010
Fonte: la Repubblica Napoli
Nessun commento:
Posta un commento