Ancora una volta, e spero sia l’ultima, ci tirano per i capelli in una polemica volgare. Ancora una volta siamo costretti a non lasciare sotto silenzio una squallida provocazione pur sapendo che, pur vittime, rischiamo di abbassarci al livello di chi se ne rende responsabile.
Il cocomeraio di Paternopoli, che solo il degrado della politica può far passare per un dirigente, non tollerando di poter essere controllato nella gestione delle primarie, ha vomitato veleno ed ingiurie intollerabili verso il dr. Federico Troisi, che è stato indicato dalla Commissione Provinciale quale presidente del seggio in quel paese.
Federico Troisi non abbisogna della mia difesa: il suo percorso coerente in politica e la dirittura professionale e personale ne hanno fatto da tempo un riferimento essenziale per quanti hanno avuto il piacere di conoscerlo e lavorarci assieme. La denigrazione rivolta ad un galantuomo serve essenzialmente a fargli gettare la spugna, a convincerlo che, se quello è il livello della politica, non valga la pena impegnarvi passione e tempo. Poiché questo è quanto si propone questa schiuma sporca che la politica lascia ai suoi bordi nelle fasi difficili, sono sicuro che Federico terrà duro, per quanto gli costi questa condizione.
Sorprende il silenzio di chi per la funzione di garanzia che è chiamato ad occupare dovrebbe assumere come primo compito la difesa delle regole e dell’onorabilità dei militanti del PD irpino. Ma sorprende anche lo spazio che a certe sparate vengono date dalla stampa. Eppure il folclore di tali personaggi, la loro assoluta ininfluenza, il discredito nel loro paese, erano stati già abbondantemente certificati dalle prove elettorali recenti nelle quali, sulla loro faccia, alle provinciali, si erano riconosciuti appena 121 elettori dei pur pochi 350 che avevano votato il PD alle europee…
Questo è purtroppo il punto a cui siamo…
Lucio Fierro
Il cocomeraio di Paternopoli, che solo il degrado della politica può far passare per un dirigente, non tollerando di poter essere controllato nella gestione delle primarie, ha vomitato veleno ed ingiurie intollerabili verso il dr. Federico Troisi, che è stato indicato dalla Commissione Provinciale quale presidente del seggio in quel paese.
Federico Troisi non abbisogna della mia difesa: il suo percorso coerente in politica e la dirittura professionale e personale ne hanno fatto da tempo un riferimento essenziale per quanti hanno avuto il piacere di conoscerlo e lavorarci assieme. La denigrazione rivolta ad un galantuomo serve essenzialmente a fargli gettare la spugna, a convincerlo che, se quello è il livello della politica, non valga la pena impegnarvi passione e tempo. Poiché questo è quanto si propone questa schiuma sporca che la politica lascia ai suoi bordi nelle fasi difficili, sono sicuro che Federico terrà duro, per quanto gli costi questa condizione.
Sorprende il silenzio di chi per la funzione di garanzia che è chiamato ad occupare dovrebbe assumere come primo compito la difesa delle regole e dell’onorabilità dei militanti del PD irpino. Ma sorprende anche lo spazio che a certe sparate vengono date dalla stampa. Eppure il folclore di tali personaggi, la loro assoluta ininfluenza, il discredito nel loro paese, erano stati già abbondantemente certificati dalle prove elettorali recenti nelle quali, sulla loro faccia, alle provinciali, si erano riconosciuti appena 121 elettori dei pur pochi 350 che avevano votato il PD alle europee…
Questo è purtroppo il punto a cui siamo…
Lucio Fierro
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