Riflettendo un po’ sul comportamento assunto da Matteo Renzi negli ultimi giorni mi viene in mente un esilarante film interpretato da Alberto Sordi. Dove si rappresenta come nella “casta” nobiliare romana sovente un figlio, legittimo o illegittimo, chiedeva credito proponendo quale garanzia l’eredità che si sarebbe percepita alla morte del proprio genitore. Il comportamento a me appare lo stesso, quello di chi credendosi erede legittimo rivendica il diritto alla successione, “il mio sogno è di battere Berlusconi dentro le urne” cosi recitava il giovane Renzi nelle Tv dell’agognato avversario.
Da elettore di sinistra questo comportamento
non mi appartiene e non mi gratifica, non ritengo moralmente accettabile
chiedere un’eredità prima del tempo, anche perché le primarie del Partito
Democratico hanno sancito la sconfitta del figlio della casta, del mestierante
della politica Matteo Renzi.
Il pensiero di Matteo Renzi, pur
nell’alveo del Centrosinistra, non è maggioranza nel Partito Democratico.
Che la politica possa essere un
mestiere non è ne un dramma ne un reato, ma che si giochi a distruggere, con lo
slogan della rottamazione, chi milita dalla stessa tua parte personalmente non
lo ritengo accettabile. Una scatola vuota, che brilla e che attrae, così come
lo è stato Berlusconi, non è utile e nel tempo produce danni per i quali gli
italiani stanno, adesso e ancora per molto tempo, pagando il conto.
È buon auspicio per gli italiani che
non si torni a votare con questa legge elettorale, augurandosi che un governo
di minoranza o di scopo si riesca a formare. Auguro inoltre che quella “testa fine
di Grillo” inizi a pensare un po’ da politico nell'interesse dei suoi elettori
e degli italiani.
Ritengo che non si debbano rifare
le primarie, una classe dirigente responsabile delle politiche nazionali del
Partito Democratico già esiste, è stata eletta appena due mesi or sono, e sono
loro e solo loro a decidere le sorti del partito nazionale per i prossimi anni.
Chi ha altre ambizioni ha libertà e facoltà nell'ambito del centrosinistra di presentare
il suo progetto alternativo a quello del Partito Democratico.
In quest’ultimo, come in tutte le
strutture effettivamente democratiche, fortunatamente
esistono regole e prassi che sarebbe buona cosa rispettare. Purtroppo non
sempre è così, ma chi ambisce a esserne leader deve dare il buon esempio, senza
ogni volta chiedere deroghe (accesso alle primarie, grande elettore del Presidente
della Repubblica).
I numeri piaccia o no sono
questi: Matteo Renzi sconfitto alle primarie del Partito Democratico e Silvio
Berlusconi sconfitto alle elezioni politiche, punto. E quando agli sconfitti
brucia, brucia.
È comprensibile che uno che ha
perso non possa far altro che chiedere rivincite per soddisfare il proprio ego,
ma è di fatti inaccettabile che il costo del loro benessere interiore debba essere sostenuto da milioni di
cittadini. Il concetto deve essere chiaro non ci possono essere elezioni senza
una legge elettorale che garantisce la governabilità (tipo uninominale a doppio
turno).
Non so quale sarà il prossimo
Presidente della Repubblica, spero il meglio che l’Italia possa meritarsi. Che
sia Prodi, che sia Marini, che sia la Finocchiaro, che sia D’Alema, che sia
Rodotà o Gino Strada non importa,
importa che abbia il senso dello stato e tenga al bene dei cittadini italiani,
e soprattutto, aiuti ad uscire da questa situazione di stallo che si è creata
con le ultime elezioni grazie a una legge elettorale “porcata”.
Antonio Troisi
P.S. Che l’Italia sia uno stato
laico è un dato sancito dalla Costituzione, non occorre una pagina di giornale
per ribadirlo, soprattutto quando l’affermazione, come tante altre, è usata in
modo strumentale per pugnalare il proprio genitore putativo.