28/09/09

Lo scudo e l'utilizzatore finale di MASSIMO GIANNINI

Era prevedibile. Il "turbo Fleres" ha messo le ali allo scudo fiscale. È bastato l'emendamento dell'apposito "peone" di turno (ora tocca all'eroico Salvo Fleres, come due legislature fa toccò agli ineffabili Carrara e Cirielli, Cirami e Pittelli, Anedda e Nitto Palma) e l'ennesima "legge vergogna" è già un successo. L'estensione dei benefici del rientro dei capitali dall'estero al falso in bilancio e ad altri reati di natura tributaria ha fatto letteralmente esplodere, in pochissimi giorni, le richieste di consulenza a banche e società fiduciarie. Tutti si affrettano alla grande abbuffata. A questo punto, gli obiettivi fissati dal Tesoro diventano possibili. Un flusso di ritorno pari a 100 miliardi di euro. Un gettito per l'erario pari a circa 5 miliardi di euro. Un bel gruzzolo per gli intermediari finanziari, in termini di spese e di commissioni. Un "tesoretto" insperato per imprenditori e professionisti, riciclatori ed evasori. Alla faccia degli italiani onesti, si consuma un altro colpo di spugna. "Amnistia mascherata", l'hanno definita alcuni magistrati. Si sbagliano. Qui di mascherato non c'è proprio niente. In un Paese già poco incline al rispetto dell'etica pubblica e della morale privata, il centrodestra diffonde scientificamente la cultura dell'impunità. E se ne rende conto, tanto è vero che mentre apre le braccia a migliaia di esportatori di capitali, fa la faccia feroce con un manipolo di "vip" che non hanno saldato fino in fondo i loro conti col Fisco. Pura propaganda. Quello che conta è il segnale politico: con lo Stato, in Italia, puoi sempre scendere a patti. Anche se non hai mai fatto il tuo dovere. Paghi l'obolo, e amici come prima. Non subirai più accertamenti. E così via, fino al prossimo condono tombale. Ma ora la domanda è un'altra. Chi beneficerà dello scudo? Berlusconi e la sua famiglia accederanno alla preziosa e generosa "copertura"? Sarebbe un altro, formidabile caso di conflitto di interessi. Come accadde già ai tempi del precedente condono varato dall'allora Cdl nella legislatura 2001-2006: il Cavaliere, alla conferenza stampa di fine anno 2002, giurò che Mediaset non avrebbe mai usato la sanatoria appena varata. Poi si scoprì l'esatto contrario: l'azienda beneficiò del condono sia nel 2003 che nel 2004. E se anche oggi si scoprisse che il premier (oltre che di qualche ben nota prestazione sessuale) è anche "utilizzatore finale" dello scudo fiscale? Purtroppo non lo scopriremo mai. Il "turbo Fleres", ovviamente, garantisce l'anonimato. (28 settembre 2009)
Da Repubblica.it
In Italia si è perso qualsiasi principio di legalità
è diventato il Paese Delle Libertà
ognuno fà cio che gli và,
anche se poi agli italiani tocca pagà.

04/09/09

La campagna congressuale del P.D. e le scelte da operare

La necessità di far nascere un partito nuovo, il P.D., a me pare fosse essenzialmente dovuta a due ragioni: l’impossibilità, per i Partiti che gli hanno dato origine, di fornire risposte ai temi emergenti dalla società facendo ricorso all’ideologia e la necessità di allargare gli spazi partecipativi, creando così un luogo politico comune per i riformisti e le premesse per un bipolarismo che favorisse la governabilità.
A Veltroni (e Franceschini) va riconosciuto il merito di aver tracciato un solco, una traccia, un riferimento su cui è ora possibile confrontarsi, produrre proposte, operare scelte ed aggiustare il tiro valutandone i risultati rispetto agli obiettivi.
A livello generale non si può certo dire che ci troviamo di fronte ad un bilancio brillante.
Nel P.D. che io ho vissuto più da vicino, in aggiunta, l’ha fatta da padrone la comunicazione, il luccichio e l’apparenza. Mai la parola “partecipazione” è stata tanto abusata e vuota di significato come in questa fase. In quante parti è accaduto che nei congressi di circolo siano stati coinvolti gli elettori delle Primarie ed i simpatizzanti? Non vi sono forse stati congressi celebrati solo sulla carta che hanno comunque avuto riconosciuti i crismi dell’ufficialità? In quante circostanze vi sono state scelte politiche condivise ed iniziative concepite per coinvolgere ed includere? Quando, in che circostanza è stata messa in atto un’azione politica inclusiva, finalizzata alla valorizzazione dell’apporto di chiunque? Nella mia esperienza giammai o giù di lì, sebbene iniziative ne siano state prodotte a iosa. Semmai ha trovato spazio l’Antipolitica. E’ toccato persino assistere alla chiamata dei carabinieri allo scopo di tenere lontano chi chiedeva solo di essere coinvolto.
Perché tutto questo è stato possibile? Perché, secondo me, vi è stata una assenza di Politica e di Partito organizzato, capace di discutere al suo interno, nonchè dotato di regole condivise e da rispettare.
Di che cosa ha bisogno, quindi il P.D., ora, per rivitalizzarsi e crescere secondo le aspettative mie e di tanti come me che stentano a trovarsi a proprio agio in questo partito nuovo? Che cosa è “nuovo” ora, in questa fase se non voltare pagina rispetto a questa situazione?
Tutte le posizioni in campo in vista della fase congressuale sono rispettabili perché tutte ricomprendono nella loro proposta i valori fondamentali che contraddistinguono storicamente la Sinistra (eguaglianza, solidarietà con i deboli, non violenza, difesa dell’ambiente). Non mi sfugge che la proposta di Franceschini non è la semplice prosecuzione del presente. Né che è di grande spessore e rilevanza la proposta di Marino, sebbene troppo sbilanciata sul tema della laicità. Tuttavia, la risposta all’attuale condizione che a me pare più giusta e che condivido è quella proposta da Bersani ( ed Amendola a livello regionale) poiché punta con più chiarezza delle altre a fare del P.D. un Partito di Sinistra, con forti connotati laici ed articolata forma organizzativa. La sua proposta evoca l’Ulivo, cioè una vasta alleanza di forze unite da un programma, superando l’idea del Partito autosufficiente. Mira, infine, ad un’alleanza con il centro cattolico e moderato, l’U.D.C., prendendo atto che da solo il PD è destinato alla sconfitta, non solo in campo nazionale.
Trovo ingeneroso chi liquida la proposta di Bersani come un ritorno al passato. Trovo ingeneroso ed autolesionista il “fuoco amico” sparato contro Bassolino e la sua esperienza amministrativa, quasi a voler ignorare che senza di lui o il suo apporto, dietro l’angolo, per il P.D. non ci sono rose e fiori. Figurarsi contro di lui.

Federico Troisi – P.D. Paternopoli

01/09/09

IDEE PER IL PD E PER L’ITALIA

Il Partito Democratico è la più grande intuizione degli ultimi venti anni. Noi crediamo nel progetto cresciuto sulle radici dell'Ulivo. Desideriamo alimentarlo con le passioni e le intelligenze di donne e uomini pronti a rinnovare la politica italiana.
Ciò che abbiamo realizzato nei primi venti mesi è al di sotto del progetto che intendevamo perseguire.
Ciò che il Pd aveva di meglio da dire agli italiani non lo ha ancora detto.
Il non ancora del Pd indica ciò che possiamo diventare: il grande partito riformista che milioni di italiani non hanno avuto, la forza capace di unire Sud e Nord e di portare l’Italia nel XXI secolo, l'energia civile per arricchire la nostra democrazia, il fermento di una nuova cittadinanza italiana ed europea. Davanti a noi sono anche stringenti compiti politici: il Pd è nato per rendere possibile il cambiamento nell’Italia di oggi, per rendere convincente la proposta di governo.
Vogliamo rivolgerci ai nostri aderenti e agli elettori, a coloro che abbiamo smarrito per strada e a coloro che sono impegnati ad attuare il progetto. Vogliamo che il PD sappia convincere e vincere.
Tutto ciò è nelle nostre possibilità, è a carico della nostra responsabilità ed è l’obiettivo di questa mozione.
Come realizzarlo è sintetizzato nelle seguenti proposte politiche, culturali e organizzative che chiediamo a tutti gli iscritti di sostenere e di proporre agli elettori.
Siamo tutti fondatori. Nessuno può dire io sono il Pd e gli altri non ne sono parte. Ecco l'essenza del Pd: amalgamare e unire persone diverse, incrociare percorsi che vengono da lontano con la freschezza di chi si è appena messo in cammino, intendersi parlando anche lingue differenti.
E per prima cosa dobbiamo porci una domanda: perché il Pd ha deluso le aspettative che aveva suscitato, perdendo voti, invece di allargare i consensi in tutte le direzioni?
E’ successo perché la vocazione maggioritaria si è ridotta alla scorciatoia del nuovismo politico, mentre avrebbe richiesto un paziente lavoro di radicamento rivolgendosi con concretezza ai ceti popolari, alle categorie produttive e ai veri innovatori.
E’ successo perché invece di fondare un partito mai visto nella storia italiana, si è preferita spesso la suggestione mediatica alla definizione di una riconoscibile identità politica.
E’ successo soprattutto perché, dopo aver invocato la partecipazione popolare alle Primarie ed aver ottenuto la risposta formidabile di quasi quattro milioni di cittadini, non si è riusciti a costruire una organizzazione plurale e aperta in grado di coinvolgerli .
Non si dica che i nostri problemi sono venuti dal presunto tradimento di un’ispirazione originaria.
Sono venuti dal non aver collocato il progetto su basi solide. Questo è il nodo che il Congresso deve sciogliere. Un Congresso, quindi, fondativo del nostro partito.

Pierluigi Bersani